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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 16/11/2005
D'accordo che ci sono passatempi migliori e d'accordo pure che le riviste vanno comprate ma nel frattempo vi segnalo un piacere. Quello di mettersi in piedi nel reparto riviste della Feltrinelli, l’unico spazio rimasto a questo piacere iniziatici che è lo spulciare riviste spesso piccole e autoprodotte tirate in meno di mille copie e fatte di una o di cento passioni. Vi segnalo una bella intervista a Pierluigi Cappello con selezione di poesie e prose dell'ottimo poeta friulano (che qui si spende per la chiarezza e il lucore, due caratteristiche che gli sono proprie e che invece lo rendono inviso agli amanti del fumo, della mistificazione e della complessità pretestuosa). Era su daemon una rivista bolognese sempre ricca di contributi interessanti. E con lei il nuovo numero di Maltese narrazioni che sceglie il brevetto come idea narrativa e... funziona. Almeno a leggere il primo di Fulvio Abbate. Alla prossima sosta in piedi da Feltrinelli...
 
E' il titolo di un racconto di Cechov del 1883. Di un bel racconto di Cechov. Lo leggo e mi riviene in mente tutta la mia infanzia di amore per gli animali. La mia adolescenza in cui sognavo la campagna e i suoi mestieri. E soprattutto la grande passione per l'ornitologia, lo studio del volo. Ricordi lontani di cui sono traccia i tanti volumi della biblioteca. Libri difficili, libri per un'altra età ma letti con attenzione e con tracce precise di informazioni studiate tanto tempo fa e mai più ripassate. Che tornano quando sulla mia casa volteggiano i gheppi e mi ricordo di amare questi due uccelli meravigliosi.
Il falco pellegrino.

Il martin pescatore.

Checov in questo racconto rivela la sua grande grazia narrativa, l'attenzione allo studio quasi da vivisezionatore psicologico dei personaggi. Il gusto delle descrizioni del clima umano. Delle caratteristiche che rendono le sue prose vicinissime a noi. Nella semplicità del volo basso, dello scavo interiore. Sono sensazioni che alle volte sfuggono alla lettura di prose più simboliche in cui un grasso incontra un ex magro e si rivedono alla luce del tempo che è passato. Anche lì quello che sembra interessargli - ma si capisce meglio leggendo un racconto come quello che cito nel titolo (il titolo) - non è la sociologia, né in definitiva l'apologo morale, né il bozzetto, né l'allegoria ma l'ascolto interiore, l'osservazione dei moti interiori (anche attreaverso la fredda osservazione esterna) dei personaggi. Insomma se non si dovesse dire scrittore e se gli esseri umani meritassero senza disprezzo di essere guardati alla stregua di tutti gli altri animali, lo si dovrebbe dire un naturalista. Ecco, Cechov è uno dei miei naturalisti preferiti.
Fotografie del 16/11/2005
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