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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 14/12/2005
Spero di ricordare bene ma c'è un racconto di Cechov che si intitola CHIRURGIA in cui viene raccontata una dolorosa e incompiuta estrazione dentaria ad opera di un medico in seconda. Dottorino... si dice a Roma per indicare l'inesperta gioventù dei neo-laureati. In Cechov siamo davanti ad un "secondo" invece e il risultato non cambia. Mi viene da pensare alla mia disavventura ortodontistica al Fatebenefratelli di Roma (di cui ampiamente in Perdersi A Roma) in cui l'eroico, violento, spocchioso chirurgo chiamavasi come un panettone. Per anni ho conservato la testa del dente che non mi ha estratto, che mi ha lasciato dentro e ricucito. Per anni ho conservato la traccia della scarsa titolarità di quel luminare. Ancora è lì (lo spirito è evaporato) in un contenitore di plastica che suona come un giocattolo per infanti. Certe volte le cose vanno lasciate andare, evaporare. Conservare le tracce della propria scarsa fortuna è la ferita mal remarginata di altre future sventure. Bisogna saper glorificare le proprie sconfitte invece che portarsele dietro come un album di rancori. La chirurgia deve essere estrattiva, se non lo è non è. Anche il tempo incide (come se indicasse il male, come una freccia su quel che non serve o non va) ma se non toglie forse sta a noi levare quel che non serve o non va prima che si rimargini quel taglio. Alle volte il dolore dell'incisione ottunde e si preferisce vederla chiusa presto più che pulita la ferita.
Ecco Doctor avere il tempo vorrei... di vedere andare le palline al posto loro, i pezzi al quadrato, le pedine alla meta della linea di fondo che delimita una fine. Una fine allegra da cui ripartire e andare verso una nuova fine. Avere il tempo di tanti "fine". Avere il tempo di tanti ri-cominciamenti. Ecco cosa vorrei. Ora che le forze mi abbandonano e ritornano per quel breve tratto di una strada, quei passi che mi separano dalla toppa della porta. Come in quelle corse disperate al bagno e quelle promesse fatte con la vescica gonfia o... Avere il tempo. E vedere le cose che cambiano e sapere che le cose si sistemerannoe cambieranno e non avremo tentennamenti e sapremo cosa è giusto, cosa è bene, cosa è meglio. Vorrei guardare alle nuvole con la certezza del sole, anche di un sole futuro, un sole fra giorni, o fra settimane. Avere il tempo di aspettare un'altra stagione, un altro paio di scarpe, un pantalone non più liso, una ruga che ora è bella, un pensiero che ora è sereno e tenero e felice. Avere il tempo di vedere come va a finire. Senza ansia. Così. Come un orologio.
Fotografie del 14/12/2005
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