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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 24/08/2007
Questa recensione è uscita qualche giorno fa su l'Adige
Abbracciare gli animali
di Roberto Carvelli
Forse perché il titolo è particolarmente azzeccato ed è un merito da ascrivere agli editor della Adelphi che mandano in libreria con il titolo La macchina degli abbracci. Parlare con gli animali (Adelphi, € 30) il volume (scritto con Catherine Johnson) della professoressa americana Temple Grandin, zoologa autistica, ma la curiosità scatta e senza rimpianti. Spariti dal titolo i riferimenti alla malattia che affligge l’autrice (in realtà senza per questo forzare la natura del volume), La macchina degli abbracci è a tutti gli effetti un libro pieno di curiosità che aiuteranno a sciogliere i dilemmi sempre più frequenti dell’etologia e la psicologia animale. La fanno da padroni gli animali da allevamento ma è chiaro che il libro renderebbe felici i tanti comuni possessori di cani e gatti. Con uno sguardo particolare alle razze e alla genetica che le ha rese più o meno violente (questo rende le storie di cronaca particolarmente attuali, quelle per intenderci su pitbull e rotteweiller). La Grandin ha esperienze e storie da raccontare ed una casistica smisurata di consulenze per allevamenti: il suo lavoro pratico al fianco di quello nell’università del Colorado. Ad esse unisce le storie delle amiche e la sua particolare. Fatta di un’attenzione precoce agli animali della casa e del ranch. In pratica, la Grandin, scopre in età adolescente di avere il dono della comprensione e dell’empatia verso le creature animali che la circondano. Si inizia con la macchina del titolo e l’effetto calmante da contenimento che determina lo stringere in maniera dolce uomini e bestie che siano. Una frase ci mette subito sulle piste: “Gli esseri umani e gli animali devono stare insieme. Siamo evoluti fianco a fianco per molto tempo, e fra noi, umani e animali, si era stabilito un sodalizio”. Ed è un sodalizio che si è rotto a meno di avere in casa i domestici tradizionali forzando questo isolamento spaziale e anche psicologico. Da qui tutta una serie di riflessioni a cascata propizie non per chi le bestie le ama ma anche per chi le osserva e con l’osservazione capisce cose su di sé. Particolarmente interessanti sono i capitoli sulle paure, sul dolore e sulle sofferenze. Il merito di tutta questa forza empatica della studiosa americana – è presto detto – risiede nella particolare concezione del mondo di chi soffre di autismo: un vantaggio prospettico scoperto e tesaurizzato. Intanto la peculiarità di conoscere il mondo per dettagli (così simile al modo degli animali: “noi autistici riusciamo a pensare come gli animali” sottolinea la Grandin) che fa riferimento ad una sensibilità speciale e alla simile conformazione cerebrale e che spiega cose che altrimenti rimarrebbero precluse alla scienza. Insomma siamo alle prese con un libro prezioso e Oliver Sacks garantiva e garantisce definendola “l’antropologa su Marte”. Un libro che rasserena e semplifica, risolve e sposta lavorando in un terreno non accidentato dalla scienza né dalla psicologia pur preziose. Il sottotitolo potrebbe essere: osservare per capire e non sarebbe, per una volta, didascalico né pretenzioso.
Per continuare a parlare di animali e di autori con tendenze zoantropiche e per fare gli auguri ad una piccola ma pregevole casa editrice romana, le nubi edizioni (www.lenubi.it), recensiamo il racconto Gli scarafaggi (€ 8) dello scrittore portoghese José Cardoso Pires (1925-1998) che ribalta il mito metamorfico dello scarafaggio (in realtà trattasi di blatta) di Kafka (giocando con l’assonanza del nome del protagonista) trasformandolo in un cupio dissolvi da invasione dove studio e somiglianze di etos si trasformano in un suicidio. Ecco forse il libro è proprio la storia di un’ossessione mortale che termina alla Fulci o alla Romero con annessi scricchiolii dei gusci. Un altro modo per farsi amare, alla follia, dagli animali.
Non moriremo mai, sai.
Ovunque di noi
resterà questa traccia pallida
e saremo belli per anni e anni
e saremo sani.
Ovunque di noi
si conserverà questa
piccola bava sul cuscino
un pelo arricciato ai piedi del letto,
tra le lenzuola.
Qualcuno dirà
che abbiamo vissuto
e sembrerà un segno epocale.
Diranno che, quando faceva freddo,
le nostre mani si ghiacciavano,
che eravamo facili alle commozioni,
che avevamo appetiti improvvisi
e li soddisfacevamo appena si presentavano.
Diranno che eravamo impulsivi
che eravamo deboli
che eravamo allegri
che eravamo poveri.
Diranno che eravamo felici.
Da qualche giorno la mia collega ha una nuova sindrome. Trattasi di una (di solito pericolosissima ma in lei al contrario speculativa e utilissima) propensione allo studio degli ingredienti. Ha trovato anche dei siti dedicati e ora sappiamo (mi sono fatto persino contagiare) che c'è un ottimo bagnoschiuma per bambini da lidl e il tipo di farine che usano i biscotti galbusera e alcenero e gli zuccheri ecc. Insomma da qualche giorno ne so qualcosa in più e mi dichiaro fortunato di poter fare le pulci a qualsiasi cosa avesse l'ardire di proiettarsi sulla mia pelle o finire risucchiato nel vortice profondo dei miei intestini. Non so se sarò in grado di scomporre gli ingredienti o i componenti ma di certo ho fatto un buon acquisto con la sindrome altrui e almeno stamattina la mia pelle ringrazia.
Fotografie del 24/08/2007
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