Cogliamo fiori, prendili tu e lasciali sul grembo,/ e che il loro profumo renda soave il momento -/ questo momento in cui tranquillamente non crediamo in niente,/ innocenti pagani della decadenza./ Almeno se sarò ombra prima, ti ricorderai poi di me/ senza che il mio ricordo ti bruci o ti ferisca o ti commuova,/ perché mai intrecciammmo le mani, né ci baciammo,/ né fummo altro che bambini.
La ragazza ha detto alla mia amica "dov'è quel signore?" Il tempo è passato inesorabilmente. Quel signore negli anni '80 ha amato, come molti della sua generazione, questo film Betty Blue che qui credo di aver linkato varie volte. Ieri c'era a Roma l'autore della storia. Il romanziere Philippe Djian che ha letto un inedito. E il cui libro è stato da poco pubblicato dalla casa editrice-amica Voland.
Più efficace il racconto inedito della Strout, un crescendo di emozioni intorno alla parola-termometro "Appetito". Un tradimento. Un trekking su un canyon, le torri gemelle. La combinazione tra scene e dialoghi era molto efficace. La sorpresa è stata questo gruppo italiano. I Mokadelic.