Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Carvelli (del 17/04/2009 @ 14:29:04, in diario, linkato 3144 volte)
"Ma quelli che credono, siano essi ebrei, cristiani o sabei,
quelli che
credono cioè in Dio e nell’Ultimo Giorno e operano il bene,
avranno la loro mercede presso il Signore, e nulla avranno da
temere né li coglierà
tristezza" (surat al-baqarah, della vacca, II: 62).
da Il Corano nella versione del grande Alessandro Bausani.
Chi era Bausani?
http://it.wikipedia.org/wiki/Alessandro_Bausani
Di Carvelli (del 16/04/2009 @ 17:41:18, in diario, linkato 1095 volte)
April Wheeler scrive al marito Frank e poi... e poi
“…i tuoi vili tentativi di illuderti sull'amore quando sai perfettamente, al pari di me, che tra noi non c'è mai stato altro che disprezzo e sfiducia e una terribile, morbosa dipendenza della nostra reciproca debolezza – ecco perché. Ecco perché non riuscivo a frenare le risate oggi quando hai parlato di Incapacità di Amare, ed ecco perché non posso sopportare che tu mi tocchi, ed ecco perché non crederò mai più in nessuna delle cose che pensi, per non parlare di quelle che dici…”
Bilancio con modugno/negramaro due giorni di gravami propinativi
">.
Di Carvelli (del 16/04/2009 @ 14:50:26, in diario, linkato 1354 volte)
Un passo dell'intervento di ieri di Daniele Del Giudice che rinuncia a concorrere allo Strega.
E poi desidero che il mio libro "Orizzonte mobile" percorra la strada che deve percorrere con le proprie forze, nel lavoro di chi scrive questo è sempre prioritario. Il libro stampato non ci appartiene più, e il nostro accompagnarlo è un po' ridicolo, come se uno pretendesse di spingere avanti ciò che è stato prima. Un premio non riconosce l'autore, serve piuttosto a far conoscere un libro che va comunque per il mondo per suo conto. E nessuno scrittore dotato di un minimo di consapevolezza affiderebbe le proprie certezze, per poco importanti che siano, al risultato di un concorso letterario; il vero riconoscimento (e il riconoscersi) si vive da sé giorno dopo giorno mentre si scrive il libro: è lì che incontriamo gli altri attraverso le parole, lì stanno le nostre vittorie e le sconfitte, ed è abbastanza facile coglierle all'istante. Allo stesso tempo desidero che quanti hanno parlato di Orizzonte mobile a proposito dello Strega, attribuendo la certa vittoria a Tizio o a Caio, trovino il tempo di leggerlo nelle brevi pause dai loro impegni. Da parte mia, auguro al Premio Strega di scegliere bene, cosa non facile nella baraonda di chiacchiere da cui è circondato; e a me stesso auguro di lavorare tranquillamente alla stesura del nuovo libro, in compagnia dei miei lettori vecchi e nuovi.
L'intervento completo qui www.repubblica.it/2009/04/sezioni/spettacoli_e_cultura/strega-del-giudice/strega-del-giudice/strega-del-giudice.html
Di Carvelli (del 16/04/2009 @ 09:52:53, in diario, linkato 1154 volte)
Complice l'insonnia finisco di leggere Richard Yates (due notti fa, stanotte si è dormito).
A pagina 388 leggo: "L'unico vero errore, l'unica cosa falsa e disonesta, era stata semmai quella di aver scambiato Frank per qualcosa di molto più importante. Oh, per un mese o due, tanto per divertirsi un po', poteva anche andar benissimo un giochetto del genere con un ragazzo; ma tutti quegli anni! E tutto perché, in un momento di solitudine sentimentale, tanto tempo fa, aveva trovato facile e piacevole credere a tutto ciò che quel particolare ragazzo saltava in testa di dire, e ripagarlo di quel piacere dicendo a sua volta facili, piacevoli bugie, finché ciascuno aveva finito per dire soltanto ciò che l'altro desiderava sentire - finché lui aveva detto: "Ti amo"; lei: "Davvero, credimi, sei la persona più interessante che abbia mai conosciuto".
Spengo la luce e provo a dormire. Nulla. Forse sono queste parole agghiaccianti. Forse è il tormento delle bugie. Date e prese. Forse è che so come va a finire questa storia e come ne andranno a finire altre. Forse è solo l'idea un po' devastante di quella doppia commisurata bugia. La lusinga per lei, la lusinga per lui. A ognuno i suoi punti deboli.
"Waking before sunrise, in a house not my own,/ I hear a radio playing in the kitchen."
Così inizia Mesopotamia di Raymond Carver, una poesia della raccolta di cui dicevo. E così inizia La rivoluzione spiegata alle commesse che esce nel 2002 (nonluoghi) col titolo Bebo e altri ribelli. Questo libro di Carver lo compro e lo recensisco nel 1992. Quindi credo di aver letto questi versi prima di aver scritto quello o sono coevi. Poi ricodo che sono nella redazione di un piccolo giornale giovanile, satirico, una ragazza mi guarda e mi chiede "lo hai scritto tu?". Forse sapeva il mio cognome, di certo doveva saperlo e aver pensato che chi scrive sotto pseudonimo cambia un po' ma non tanto da rendersi irriconoscibile: un piccolo taglio, una semplice indolore caduta sillabica. Chissà, davvero, se ho scritto prima quell'inizio (il libro risale in realtà agli anni universitari, quindi siamo lì) o ho letto prima i versi di Carver. Lì come qui una voce lontana che arriva da una cucina. Ma la casa è una casa familiare a chi scrive nei versi nel mio libro è davvero una casa a sopresa dopo un capodanno alcolico. Una di quelle case dove si finisce per sbaglio, così accade al mio young hero Bebo. Anche lì il risveglio è abbatuffolato nei rumori di piatti al risciacquo ma si parla di cose nella cucina di Carver e il protagonista corre a sentire. Nella cucina de La rivoluzione no. Dopo ci sarà il nulla. Prima c'era ancora più niente.
Di Carvelli (del 14/04/2009 @ 12:24:04, in diario, linkato 1254 volte)
Stanotte ho dormito poco o niente. Prima sì, in poltrona. Poi poco. O forse niente. Volevo dormire, io. Era lui che non voleva. Gli dico: domani sarai stanco. Domani lavoro e tutto il resto ma nulla. Non ne voleva sapere. Quanta autonomia sta conquistando il corpo? Sono io che gliel'avrò concessa. Poco alla volta. Ho iniziato da un po'. Forse senza rendermene conto o forse con un po' di forzatura prendo e gli dico "fai tu". Ma che devo fare. D'altronde è così. Ognuno va dove vuole andare. Non è colpa di nessuno se lui ha un suo disegno. Un imperscrutabile desiderio di vivacità. Sono io che dovrei essere più attento. Non più permissivo. Più collaborativo. Quando decideremo di fare qualcosa insieme? Ora sono io che lo chiedo a te. Mio corpo. ' questa la prova della mia disposizione verso te.
Raymond Carver. L'ho ripreso in mano è Blu Oltremare. Ce l'ho in una vecchia edizione Pironti. Questa
L'ho ripreso in mano e ho letto una poesia (la linko qua sotto ma nella versione di Duranti per minimum fax). Ne trovo anche un'altra di poesia e mi viene un piccolo e curioso sospetto. Ma non da dire oggi o più tardi.
BONNARD'S NUDES His wife. Forty years he painted her. Again and again. The nude in the last painting the same young nude as the first. His wife.
As he remebered her young. As she was young. His wife in her bath. At the dressing table in front of the mirror. Undressed.
His wife with her hands under her breasts looking out on the garden. The sun bestowing warmth and color.
Every living thing in bloom there. She young and tremulous and most desirable. When she died, he painted a while longer.
A few landscapes. Then died. And was put down next to her. His young wife.
I NUDI DI BONNARD Sua moglie. Per quarant'anni l'ha ritratta. Un quadro dopo l'altro. Il nudo dell'ultimo quadro era lo stesso corpo giovanile del primo. Sua moglie.
Come la ricordava da giovane. Com'era quando era giovane. Sua moglie che si fa il bagno. Alla toeletta davanti allo specchio. Spogliata.
Sua moglie con le mani sotto i seni che guarda fuori in giardino. Il sole le dona tepore e colore.
Lì ogni cosa viva è in boccio. Lei, giovane e tremula e desiderabilissima. Quando lei morì, lui dipinse ancora per un po'.
Qualche paesaggio. Poi morì anche lui. E fu messo a riposare accanto a lei. Alla sua giovane moglie.
Nel sogno è su una portantina. Nel sogno è bianca, diafana. Nel sogno: soffre, si lamenta ma con la dignità di chi non piange. Di chi non ha più lacrime. Nel sogno mi chiede di finirla qui. Mi prega. Nel sogno le dico di non preoccuparsi. Le dico che andrà tutto bene. Nella realtà mi sembra questa l'ultima volta che ci parliamo. Bocca a orecchio. Dopo parlano le anime. Ecco: arriva il corpo e poi l'anima.
Everything's all right (vedi ieri).
Vorrei essere migliore. Vorrei essere più semplice. Migliore, più semplice. Migliore. Più semplice. Vorrei essere più semplice.
Dice che mi ha sognato. Prima arrivi tu e poi l'anima, dice. Anche G. mi ha sognato. Che vita notturna intensa. Pare che faccia molti viaggi nei sogni altrui. Due vite. In una me ne vado in giro. Grande attività onirica, in altro loco. Anche io ho sognato. Lei. Giorni fa l'ho sognata. Si lamentava. Si disperava. Voleva che l'aiutassi alla fine. E' già successo mi sono detto. Ero io che la sognavo. O era lei che mi sognava, che ricordava. O io, che ricordavo. Ora è tutto giusto. Ognuno sta dove deve stare e sta bene lì. Ora dormi serena.
Più semplice, migliore.
|