Immagine
 Il letto di Skaftafell... di Carvelli
 
"
Quand'ero giovane, avevo ali instancabili,/ ma non conoscevo le montagne./ Quando fui vecchio, conobbi le montagne/ ma le ali stanche non tenevano più dietro alla visione./ Il genio è saggezza e gioventù.

Edgar Lee Masters
"
 
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Carvelli (del 01/04/2008 @ 15:07:20, in diario, linkato 785 volte)

Cose che hai detto 

 Hai detto
porto con me
questa piccola
guida della tua città
come gli imperatori cinesi
i bonsai
e sei partita.
Ti immagino a guardare
il mare
come si vede
l’impero di nulla
di quel che resta,
la sosta,
la fine.

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 01/04/2008 @ 12:34:19, in diario, linkato 856 volte)
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 01/04/2008 @ 09:34:22, in diario, linkato 810 volte)
Gestire i conflitti. Che brutta espressione per un bel concetto! Un concetto ammantato di pacifismo ma di smodata illealtà. Alle volte rimango stupito di quanto - a lavoro accade con frequenza abbacinante - si faccia uso smodato ed arte del fraintendimento. Me ne stupisco sempre un po'. Sempre. Ad esempio a me piace usare il cacciavite dell'ironia e dell'autoironia - ma dovrei dire la sega perché oggetto più consono a due mani (di due corpi diversi) - per dirimere questioni a cui una certa immobilità non dà la stura. E serve: aiuta: fa felici: risolve. Ma la gente non se ne accorge. Funziona proprio così: si lavora con piacere, si sega, si svita e senza rendersi conto del tempo che passa, del corpo che suda, del braccio che s'indolenzisce. Tutti felici poi quando quel non rendersi conto della fatica non fa più fatica e si apprezza il raggiunto risultato. Ecco allora farsi avanti, subdolo, il piacere della demistificazione. Dell'utilizzo fuori contesto dell'autoironia (la tua) che diventa (tuo)ironia, ironia verso te. Forse, non è il solo caso nella vita, bisognerebbe mettere sottotitoli. Tipo: stiamo usando l'autoironia come morbido cuscino per sudare con meno sforzo, dopo la metteremo da parte affinché ci serva ancora per altri sforzi. D'accordo? (come tuonava la vecchia Marchi) Forse serve un patto scritto che non ci faccia pentire di aver aiutato la fatica. Ecco: quando sento Gestione dei conflitti penso a queste cose qui, belle parole che nascondono vizi di forma. L'essere umano tende a prevalere e di epoca in epoca, di luogo in luogo trova il modo per farlo. In un secolo lo chiama "capitalismo", in un altro "internazionalismo", in certi anni "guerra", in altri "gestione del conflitto". C'è solo un frantendimento. Ad arte.
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 31/03/2008 @ 16:44:09, in diario, linkato 1140 volte)

Ecco come siamo in acqua. Dei finti pesci, con le gambe a rana, con le gambe a essere umano. Siamo con le unghie lunghe. Siamo coi tatuaggi. Con questi costumi senza concessione al piacere, alla bellezza. Sembriamo degli esseri umani pentiti. Tutti con le nostre cuffiette che dopo non ci riconosceremmo più. Negli spogliatoi: uomini con uomini, donne con donne. Fuori sembriamo normali. C'è un misto di pulizia e disinfezione. Sembra che qualcuno ci ha lasciati in una bagnarola a sciogliere microbi. E l'abbiamo ingannato il tempo e la varechina con il gioco: uno sgambare tutto felice. Ora siamo fuori e sembriamo esseri meno spirituali. Ci piace così, di non esserlo. Non del tutto, almeno. Non fuori dal prelavaggio in quella vasca di cloro. E ora andiamo. Dove ci piacerebbe. Ora, solo ora.

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 31/03/2008 @ 16:40:31, in diario, linkato 1337 volte)

Dal blog di Mattatoia una poesia non di Mattatoia. Una poesia di Alessandra Palmigiano



Prego solo per questo rimanere

sulle cose che vengono bene

sulla grazia di questa pedalata

animalesca: non mi sfibreranno

i giochi le aperture le chiusure

né mi farò confondere dagli angoli

delle parole che consegnano troppe

cose, insieme troppe ma non vanno

 a stanarle, non stanano le cose.

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 31/03/2008 @ 16:35:13, in diario, linkato 1284 volte)
Dovrebbe essere come per un musicista una nota. Per uno scrittore ci dovrebbe essere un suono a cui far seguire altri suoni. Dovrebbe essere uno spunto, potrebbe essere uno spunto. Data una situazione tipo... E sviluppare un seguito. A volte accade proprio così. A volte riesce ma certo la musica è la musica. Le parole le parole. Forse non c'è il corrispettivo di una nota. In letteratura.
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 28/03/2008 @ 16:09:51, in diario, linkato 1296 volte)

1 Scusa, sono occupato
2 Ti voglio bene
3 Arriverò alle
4 Chiamami per piacere
5 Per piacere dimmi come arrivare.
6 Per piacere Videochiamami.
7 Scusa, sono in ritardo.
8 Scusa sono in ritardo. Arriverò alle
9 Dove sei?

Queste sono le opzioni standard di messaggio che offre il mio (video)telefonino. Sto lì a pensare all'uso delle virgole e dei punti, alle azioni, alle mancanze, alle scelte, all'utilità di questo dire standard.

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 28/03/2008 @ 16:03:15, in diario, linkato 1328 volte)

Un cartello dice

ZONA STERILE

ALLARMATA

 

Avrei voluto fotografarlo ma un altro cartello dice

 

NON FOTOGRAFARE

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 28/03/2008 @ 09:53:53, in diario, linkato 1620 volte)

Riverbero l'invito alla lettura di Malacarne www.malacarne.splinder.com (a cui devo a suo tempo il rimbalzo della questione-Maggiani, una questione un po' cheap e un po' sgvadevole come si dovrebbe dire in un buon salotto) del libro di Filippo Tuena. Nel suo sito anche una buona dose di commenti.

Les Revenants
Devo ringraziare Gian Paolo Serino (Satisfiction) per avermi fatto scoprire un libro di bellezza strepitosa, Ultimo Parallelo di Filippo Tuena. …ribadisco il concetto, insiste Serino alla fine del suo articolo, leggete questo romanzo perché è un capolavoro. Lo è. È un libro potente e profondo, scritto con una lingua che ha il dono della nettezza allo stesso tempo musicale, immaginifica. È un libro sulla condizione umana.
Da tempo, fuori alcuni classici o scrittori come Mari o Moresco, non leggevo qualcosa del genere.
Noto poi una tragica coincidenza: il libro di Tuena è passato sotto silenzio quando per qualità e spessore avrebbe meritato ben più attenzione. È una cosa che sottolinea, rabbiosamente, anche Serino. Ed è una cosa che in effetti fa rabbia: come nel caso, ad esempio, di un altro libro altrettanto strepitoso, altro capolavoro, a mio avviso, solo di recente (ri)pubblicato in tutta fretta da Fazi, Necropoli di Boris Pahor (si pronuncia Pachor).
Il testo mi fu regalato qualche anno fa (edito dal Consorzio Monfalconese, coraggiosa e meritevole associazione culturale) da un mio amico triestino-sloveno, aggiungendo che si trattava di un grande, grandissimo libro sulla condizione concetrazionaria. Lo è. E finalmente, dopo anni, dopo che in tutta Europa è stato pubblicato questo splendido libro nonché gran parte dell’opera di Pahor (93 anni suonati credo), dopo riconoscimenti e premi internazionali, l’editoria italiana si è accorta che esiste uno scrittore sloveno-triestino (italiano?) di immensa qualità.
Ho domandato al mio amico come mai secondo lui scrittori come Pahor siano stati dimenticati così a lungo. Pahor non è l’ultimo arrivato. In Francia e in Germania, per citare due importanti mercati editoriali, i libri e articoli di Pahor sono stati tradotti e pubblicati. È uno scrittore che ha un peso internazionale. È conosciuto, rispettato, celebrato. Perché, perché in Italia, solo adesso, a 93 anni, (eccezion fatta per qualche opera pubblicata dalla coraggiosa e ahimé minuscola casa editrice Nicolodi), sul finire della sua carriera, ci si accorge di Pahor, ci si accorge di uno scrittore che altrove esiste e potentemente esiste? Perché è stato rimosso, mi ha risposto il mio amico. Perché quella parte della storia d’Italia e dunque della nostra cultura è stata rimossa.Verissimo…      
Casi editoriali a parte, cos’è questo silenzio che coglie con estrema precisione, che ha mira, che sa dove colpire? Come mai, a fronte del gruppo milanese, bolognese, romano, delle conventicole in genere, dei resoconti geo-letterari sulla nuova letteratura italiana su cui si dilettano svariati e noti editor-scrittori-giornalisti c’è un silenzio così ben calibrato, così negligente che ricopre scrittori la cui grandezza appare lampante, fulminate, che parlano dell’Italia, della condizione umana, della storia come pochi oggi, nonostante lo sforzo immenso, energumeno profuso degli addetti ai lavori, sanno fare?
Non è un caso dunque che questo silenzio, mi vien da dire, di cui “si macchiano” certi scrittori, sia oggi, tanto più oggi, feroce. Non ho motivo di dubitare del successo, quando viene, se viene e allorché meritato, eppure questo silenzio continua a sgomentarmi, soprattutto quando leggo libri sublimi e spaesanti come quello di Tuena o di Pahor e allorché di contro leggo invece libri mediocri, quantunque ben scritti, di scrittori ben più celebrati.
Bazzicando (uso il termine scientemente) nell’editoria noto la cialtroneria, l’approssimazione culturale, l’assenza di gusto e di critica, l’incompetenza trasversale con cui ho a che fare, cosa da metter in relazione all’avvento dell’editore/giornalista, questo mostro di sintesi che determina il peso sempre maggiore che nell’editoria (editoria soccombente in ogni senso) ha assunto oggi la stampa – tutta la catena che va dalla tipografia al misterioso indaffaratissimo giornalista da prima pagina – e quel sordido patteggiamento, quel frenetico tramestio che decide delle ricadute commerciali e dei gusti nonché dell’esistenza stessa di un’opera a prescindere dalla sua riconoscibile qualità (cosa confermata, garantita e ribadita dall’incapacità, soprattutto sul piano delle medio-grandi casi editrici, di premiare o semplicemente notare, accanto ai pur comprensibili “casi editoriali”, coloro che davvero valgono qualcosa anche se a vario titolo inattuali).
Ben vengano allora les revenants, questi scrittori/fantasma, queste ombre. Ci sono eppure non si vedono. E hanno altro fiato, altro respiro. Hanno altri orizzonti, ben altre mire. Appetitosi e per questo indigesti. Scrivono cose stupende e spiacevoli. Di sicuro non scrivono per gli editori. O per gli amici.  

Si legga Ultimo Parallelo di Tuena. E anche l’articolo di Serino, che ancora ringrazio.
 
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 27/03/2008 @ 16:36:03, in diario, linkato 1480 volte)

Brunello, Bach, Capossela. Capossela, Brunello, Bach. Bach, Capossela, Brunello. Tutto qui? Tutto qui. Ma non era poco no.

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Ci sono 1030 persone collegate

< marzo 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
    
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
             

Cerca per parola chiave
 

Titolo
diario (3972)

Catalogati per mese:
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Marzo 2006
Aprile 2006
Maggio 2006
Giugno 2006
Luglio 2006
Agosto 2006
Settembre 2006
Ottobre 2006
Novembre 2006
Dicembre 2006
Gennaio 2007
Febbraio 2007
Marzo 2007
Aprile 2007
Maggio 2007
Giugno 2007
Luglio 2007
Agosto 2007
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024

Gli interventi pił cliccati

Titolo
casa (8)
diario (1)
Letti di Amicizia (81)
libri (7)
Roberto (9)

Le fotografie pił cliccate


Titolo

 


webmaster
www.lorenzoblanco.it








19/03/2024 @ 07:19:47
script eseguito in 260 ms