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 Il letto di Mattatoia... di Carvelli
 
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Un uomo è ricco in proporzione al numero di cose delle quali può fare a meno.

Henry D. Thoreau
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Carvelli (del 02/08/2004 @ 10:07:08, in diario, linkato 920 volte)

Insomma. Sembra che questi fatidici Giorni da Liboni siano stati poi giorni da disadattati. La cronaca di uan morte annunciata del bandito è stata una lunga corsa scomposta fatta di tanti avvistamenti...Persino qui a due metri da casa mia...dicono che quindici giorni fa abbia comprato Il Messaggero nella mia stessa edicola e si sia poi messo a riposare su una panchina dei giardinetti di Piazza del Pigneto con al fianco la sua moto da enduro. Insomma: Liboni barboni, Liboni in roulotte... Ultimi giorni fatti di penuria e precarietà. Giorni che meriterebbero di essere raccontati. E meriterebbe racconto anche questa parabola strana mediatica. Un mio amico per esempio suppone che il caso Liboni sia meno semplice di quel che sembra. Perché uno scspps con tutta quella serenità salvo poi ritrovarsi solo. E sostiene che gli sia calata una copertura che prima aveva e poi avrebbe perso. Si spiegherebbe la frase "Tanto sono già morto". Perché e come?

 

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Di Carvelli (del 01/08/2004 @ 10:44:04, in diario, linkato 880 volte)
Stamattina ci siamo svegliati con I WILL SURVIVE e quando dico CI intendo non il pluralis majestatis di Drugo (Grande Lebowski) ma il risveglio dell’intera strada grazie ad un(a) volenteroso DJ. Hang The DJ è il caso di dire ricordando The Smiths. Ma è stato un brano così, un accesso di gioia da risveglio tutto sommato tollerabile. Ma il destro per ricordare una conversazione tra ne e D. che andiamo a prendere il gelato al meglio noto come Ai Frocetti ai Parioli dove fanno uno zabaione impressionante quanto quasi quello del Fiocco di Neve al Pantheon. Bene. D. dice che i Parioli gli sono sul culo. Io no. Dissento. E impopolarmente li difendo ricordandogli che i Parioli snob tengono la sinistra (che spesso snob lo è anzi se è per questo…) e che c’è di peggio. Per esempio la ex o attuale piccola borghesia di Viale Libia e dintorni o del Tuscolano. E a D. non convince la mia posizione da cabina elettorale ma è un paradosso il mio. Credo che quello che più ci infastidisce siano i luoghi comuni che spesso non riconosciamo in noi stessi. La borghesia ce li ha addosso storicizzati. Ma noi? Noi ayurvedici? Noi un “certa” letteratura e un “certo” cinema? Noi mangiare etnico? Noi che tutto sommato è meglio fare le vacanze naturali? Noi che l’omeopata, il naturopata, lo shatsu, noi le filosofie orientali, noi i concerti all’aperto? E intanto ieri Simon&Garfunkel. Niente da dire. Spettacolo di voci perfette per anni sessanta (i loro di adesso e quelli della loro giovinezza). Io di loro posso solo dire che anni fa tornando da un capitale campus archeologico acquistai le due musicassette (diciamola questa parola perché un giorno tornerà di moda come il vinile…e ci risiamo coi cliché … Noi che Spandau Ballet e Duran Duran sia mai…allora…ora VIVA GLI ANNI OTTANTA e VIVA SIMON LE BON…ora) del concerto al Central Park. Anni dopo gli preferii DOORS  e HENDRIKS, SANTANA e GRATEFUL DEAD. Ma i ricordi tanti e importanti, romanticismo? Non direi anzi. Bella scrittura mi sembra e non certo sdolcinature Denveriane. Ieri comunque LA MOGLIE DELL’AVVOCATO un film splatter con un sesso tutto sommato praecox  con uomini immaturi e imbelli. Che c’è di nuovo? Comunque il film si può vedere (si fa vedere…come dice Giorgio). Ieri è finito il MEGLIO UN GIORNO DA LIBONI. Il futuro è fatto di pecore. I will survive.
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Di Carvelli (del 31/07/2004 @ 10:19:02, in diario, linkato 856 volte)
Ecco dimenticavo. Piccoli aggiornamenti style. Letti anche in inglese. Taccuini. Chin8 Neri come piacere. Le cose che cambiano.
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Di Carvelli (del 31/07/2004 @ 10:06:45, in diario, linkato 877 volte)

Ci sono mattine in cui ti prende una nostalgia formidabile. Oggi è per Janis Joplin. Stamattina mi sembra un danno irreparabile pensare che lei non è con noi. Come una vecchietta rauca e fumante, magari addobbata di SOUTHERN COMFORT. Ecco a cosa serve alla nostalgia. A ricordare chi non c’è più. A dare senso a cose che non ci potranno più essere e questa è una forma di amore. Salgo in cima alla casa e faccio colazione. È incredibile come crescano veloce le erbacce nei vasi. Come cammini il verde basso di piante che arrivano a seme da chissà dove (forse dagli archi dell’acquedotto là davanti dove nidificano i gheppi) e che non riesci a riconoscere. Un seme ora è un bonsai dell’albero di giuda. Faccio colazione (macchina da tre succo biscotti pesca noce) e leggo un racconto di Valeria Parrella che si chiama IL PASSAGGIO e mi torna una nostalgia napoletana che non so spiegare. Mi accorgo che tutte le volte che riscendo nella città partenopea (Dario direbbe “mo’ ti uccido” coem se avessi detto “zigomi alti” ma come altro dicevo per non ripetere Napoli? Eh? La città con gli zigomi alti… ma sì…Napoli: la città con gli zigomi alti! Vada!). Mi accorgo che tutte le volte che scendo nella città dagli zigomi alti è come se ripagassi un debito di gratitudine che non ha fine dentro di me. Non ha fine a Forcella da Michele né nel piazzale confuso della Stazione Centrale né nel capolavoro di Mergellina sotto forma di stazione dove incontrai Piero per chiedere un ricovero che poi fu lungo per la pazienza di una famiglia intera. Un altro avrebbe detto LA MIA FAMIGLIA NAPOLETANA. E se lo dicessi non farei torto a nessuno. Valeria Parrella è una delle migliori scoperte di questi ultimi anni. Per dire di Nichel, la collana italiana di Minimum Fax non posso non dire che con Raimo e Drago di “Cronache da chissà dove” sono le cose migliori che hanno pubblicato. Anche se penso che Marco e soci dovrebbero mantenere Nichel e aprire una collana italiana diversa dove permettersi di pubblicare altro, diverso. Perché no una Carola Susani o altri autori che metterebbero volentieri il loro nome nel prestigio (magari è parola che non piace ma rende) di una casa editrice che ora è molto molto di più della casa che pubblicò/a Carver e i migliori americani. A proposito ho finito il dono (compri due) del libricino di Dave Eggers “Se non è vietato è obbligatorio” che è no straordinario dono per il decennale MF con una scena da creparsi di ragazze che gonfiano palloncini cercando di dargli forme strane per assecondare le manie cattive di ragazzini prezzolati dall’altro concorrente politico.

Marina Cvetaeva per il buongiorno: ”Trentesimo anniversario!d’una unione – più sicura dell’amore./ Io le tue rughe conosco/ come anche tu – le mie,/ delle quali – non sei tu – l’autore?/Tu che quinterno su quinterno hai divorato,/ e hai insegnato che non c’è – un domani,/ che solamente l’oggi – esiste.”
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Di Carvelli (del 30/07/2004 @ 09:17:52, in diario, linkato 915 volte)
Allora: due paroline sull’ultimo film visto ANDATA+RITORNO. Bisogna riconoscere con piacere che il talentuoso Marco Ponti ha fatto un notevole balzo in avanti. SANTA MARADONA a mio modo di vedere fu salutato troppo facilmente come un capolavoro. Io ricordo una buona direzione degli attori e una regia interessante. Qua c’è una storia, uan sceneggiatura scritta con ritmo, una piccola favola storta con i due ingredienti del precedente film ma più giustificazione alla luce limpidissima del cinema e della letteratura che non perdonano le indulgenze anche quando sono giovanili. Magari premiano sbavature e inesperienze, tollerano gli sporchi ma non sopportano le pose. L’inno contrario al Signor B. ci coglie sorridenti e partecipi nel nostro cine a 2€ e aria condizionata. E' morto Tiziano Terzani. Non ho letto nessun suo libro ma delle interviste piene di spunti di vita e di incoraggiamenti.
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Di Carvelli (del 29/07/2004 @ 11:21:20, in diario, linkato 827 volte)
Ecco. Mi dimentico sempre di scriverlo che su LETTI c'è un refuso ma sostanziale proprio. Ne IL LETTO DI S. "parte di A e cioè di S." e non "parte di A e cioè di A"...Mica roba da poco...cambia tutto...direi
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Di Carvelli (del 28/07/2004 @ 09:20:37, in diario, linkato 1173 volte)

Sul luogo in cui ci si siede al cinema ci sarebbe molto da dire. Ognuno ha le sue piccole manie. Un po' come quando scrivevo della lettura del giornale all'incontrario che poi molti mi hanno detto aver la stessa lettura contraria. Per quel che riguarda la seduta al cinema, la posizione che si sceglie per vedere il film c'è chi come D. fa una sua particolare concessione come ieri quando ti concede (in un'arena deserta...6 massimo 8 e per un film di cassetta come LA DONNA PERFETTA!!!!) la V fila... e che non siamo mai andati in I e II? ma la III è la prassi. Io in genere mi associo come ieri, come sempre con D. anche perché non mi dispiace. E' bello certe volte che le immagini ci mangino. Ma se il film è troppo movimentato o d'azione si rischia la nausea... Mi piacciono i posti centrali...assolutamente centrali ma anche quelli laterali che se vuoi esci. Mi intrigano i posticini in fondo e le sedie appaiate e il corridoio centrale per allungare le gambe specie nelle sale (sempre più numerose ahimè) in cui si riduce lo spazio tra sedile e schienale. E' bella la platea ma quanto anche la galleria... e poi è bello parlare...senza dare fastidio. Ma io non faccio testo...sono arrivato persino a fare una gara di sputi in faccia con una mia amica che neanche Totti...diciamo che Kezich non lo farebbe e neppure la Bignardi. Adoro i cinema dimessi, quelli dove si paga poco, quelli che non c'è nessuno e quelli che ci vai da solo. Amo addormentarmi, le sedie comode...amavo quando si apriva il tetto tra il primo e il secondo tempo, il tetto come una capotte. Mi piace la luce della cabina del proiezionista e la polvere che ci vola davanti. I bar dei cienam finché non erano macchine che fanno popcorn e miscelano coche e cole. Odio quelli che ti chiedono di alzarti per più di una volta (bon ton o no...dovrebbe essere il limite 1!). Amo e odio un sacco di altre cose ma alla fine amo il cinema ecco...

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Di Carvelli (del 27/07/2004 @ 19:24:55, in diario, linkato 908 volte)
Eccomi a casa di Dario. Di che parliamo? Di 1870. Non basta essere ottimisti per fare le riviste dice dario. Io ti parlo e sono un argmento per aggiornare il tuo blog e se ne va dal gatto. Insomma. Che dire? Chiaramente non c'è un clima trionfale checchè ne possa dire Mattatoia. L'Ostile sta lì con le sue 1870 copie...né poche né tante...Poche per riuscire. Tante per immaginarsi un fallimento completo. Com'è difficile valutare gli errori...
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Di Carvelli (del 27/07/2004 @ 09:24:03, in diario, linkato 978 volte)
Ieri visto un film nient'affatto male JAPANESE STORY. Uno di quei film che magari dici ...una storiellina...che poi è dichiarato nel titolo, insomma. E invece, a sorpresa, un bel film. Intelligente, sensibile, sul filo mai deviato della banalità. Certo, è un film sul contrasto delle culture e per evidenza di due delle culture più antipodiche: la vetero tradizionale giapponese e la neo neo occidentale australiana. Paesaggi straordinai, d'anima, chatwiniani. Due attori soprendentemente bravi. Cionondimeno si tratta di uno di quei tipici film che escono in estate. In sale semivuote con la ragazza davanti a te con l'occhio bendato che ti chiede com'è il film e tu che gli chiedi prima di tutto cosa ha fatto alll'occhio. Il cinema l'estate è un fatto da iniziati. E' il luogo più fresco dove mettere pelle, il posto giusto per fare pace con l'ansia da vacanza dopo l'ansia da lavoro dell'anno. La programmazione diventa spesso d'essai (a questo proposito vedasi il mitico calendario del TIBUR romano) o propone chicche mai viste, perle, scampoli, risulte del cinema sponsorizzato labour party e quello hollywood party. Va be'. Insomma, tiriamo fuori una definizione: chi va al cinema (non alle arene eh no...non bariamo!) d'estate beh il cinema lo ama eccome. E guardate che c'è gente che ho conosiuto che non ci andrebeb mai o addirittura - giuro - si vergognerebbe O quantomeno non ne andrebbe così fiero. Persone che là davanti prima di entrare si guardano in giro come se dovessero passare sotto la scritta VIETATO AI MINORI. Ed è il caso di dirlo...ricordando il magnifico episodio morettiano... che il cinema d'estate sforna anche questi film tra i vietato ai 18 e il film d'autore ma con grande dispendio di sudore e pelle piena. Non solo Piogge di Sangue quindi e non solo Film Generazionali che ci facciano dire che gli anni che abbiamo li portiamo bene. Almeno per questa estate.
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Di Carvelli (del 26/07/2004 @ 11:10:38, in diario, linkato 984 volte)

 

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http://www.carta.org/articoli/narrazioni/narrazioni04/26brevi.htm

Roberto Carvelli
Letti
[Voland, 116 pagine, 10 euro]

Per gli amanti delle letture sotto l’ombrellone, ecco alcuni brevi racconti, pillole sulla storia della propria vita [dell’autore e di noi stessi] raccontata attraverso i letti. I primi «letti» erano stati pubblicati nel marzo/aprile 2000 e poi tradotti in inglese e croato fino a diventare una raccolta. Carvelli ha una scrittura asciutta e poetica assieme, difficile non ritrovarsi nel momento comune del sonno, un terzo della nostra vita mai curato abbastanza. Dall’infanzia alla morte, con ironia, a tratti nostalgia, ritroviamo i letti che abbiamo amato, abbandonato, ricercato, cambiato, invidiato, insomma «stralci di un’esistenza per lo più orizzontale».

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