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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 01/04/2008
Da www.matteobblog.splinder.com/
LE LISTE: 1) COSE CHE MI PIACCIONO
LE LISTE: 1) COSE CHE MI PIACCIONO
Quando in macchina rallento per far passare un pedone o un’altra macchina e loro mi fanno un cenno di ringraziamento con la mano.
Camminare per la città di notte ascoltando musica con l’iPod.
Gli attimi appena precedenti a una registrazione televisiva, quando ancora non si sa come andrà la puntata e tutti sono tra l’ansioso e l’elettrizzato.
Parlare in collegamento video con Skype.
Stare tutta sera sul divano col mio fidanzato a vederci di seguito quattro o cinque puntate di una serie tv registrata.
Il terzo o il quarto giorno in cui mi trovo in una città straniera e percepisco che comincio a conoscerla, che riesco già a muovermi da solo.
Ricevere fra la posta, a sorpresa, un libro che non vedo l’ora di leggere.
Comprare ristampe in cd tra le offerte speciali quando il prezzo è così basso che non mi fa sentire in colpa per acquisti anche avventati.
Il momento in cui capisco che ho raggiunto il numero sufficiente di racconti per realizzare un nuovo numero di ‘tina.
Guidare per lunghi tragitti con la musica che sembra perfetta per quello specifico viaggio.
Conoscere i lettori nei luoghi più inaspettati.
Controllare la posta da tutte le mie varie caselle mail la mattina subito dopo aver fatto colazione.
Cose che hai detto
Hai detto porto con me questa piccola guida della tua città come gli imperatori cinesi i bonsai e sei partita. Ti immagino a guardare il mare come si vede l’impero di nulla di quel che resta, la sosta, la fine.
Gestire i conflitti. Che brutta espressione per un bel concetto! Un concetto ammantato di pacifismo ma di smodata illealtà. Alle volte rimango stupito di quanto - a lavoro accade con frequenza abbacinante - si faccia uso smodato ed arte del fraintendimento. Me ne stupisco sempre un po'. Sempre. Ad esempio a me piace usare il cacciavite dell'ironia e dell'autoironia - ma dovrei dire la sega perché oggetto più consono a due mani (di due corpi diversi) - per dirimere questioni a cui una certa immobilità non dà la stura. E serve: aiuta: fa felici: risolve. Ma la gente non se ne accorge. Funziona proprio così: si lavora con piacere, si sega, si svita e senza rendersi conto del tempo che passa, del corpo che suda, del braccio che s'indolenzisce. Tutti felici poi quando quel non rendersi conto della fatica non fa più fatica e si apprezza il raggiunto risultato. Ecco allora farsi avanti, subdolo, il piacere della demistificazione. Dell'utilizzo fuori contesto dell'autoironia (la tua) che diventa (tuo)ironia, ironia verso te. Forse, non è il solo caso nella vita, bisognerebbe mettere sottotitoli. Tipo: stiamo usando l'autoironia come morbido cuscino per sudare con meno sforzo, dopo la metteremo da parte affinché ci serva ancora per altri sforzi. D'accordo? (come tuonava la vecchia Marchi) Forse serve un patto scritto che non ci faccia pentire di aver aiutato la fatica. Ecco: quando sento Gestione dei conflitti penso a queste cose qui, belle parole che nascondono vizi di forma. L'essere umano tende a prevalere e di epoca in epoca, di luogo in luogo trova il modo per farlo. In un secolo lo chiama "capitalismo", in un altro "internazionalismo", in certi anni "guerra", in altri "gestione del conflitto". C'è solo un frantendimento. Ad arte.
Fotografie del 01/04/2008
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