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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 14/07/2009

Per non smentirmi ecco che cito dal racconto di cui dicevo ieri, superbo, di Mavis Gallant dal neo-tradotto Un fiore sconosciuto. Il racconto si chiama L'altra Parigi. Vi presento Howard e Carol una coppia appena costituita fuori dalla loro America nelle brume transalpine. Credo che possano insegnare qualcosa pur non rendendosene conto e non insegnandolo a loro stessi. Come la vita. Che spesso insegna solo vista da fuori.
“Il fatto di non essere innamorata di Howard Mitchell non provocava a Carol il minimo sgomento. Da una serie di utili lezioni scolastiche sul matrimonio aveva imparato che un interesse comune, come ad esempio la predilezione per i setter irlandesi, costituiva la vera base per la felicità, e che l’illusione dell’amore era un flagello imposto dall’industria cinematografica, oltre a essere quasi interamente responsabile dell’alta percentuale di divorzi. Situazioni economiche simili, stabilità finanziaria, appartenenza allo stesso credo religioso – erano questi i pilastri dell’unione matrimoniale”.
E più avanti…
“Carol, con grande efficienza, affrontò quasi all’istante la questione dell’innamoramento. L’amore non richiedeva altro che le condizioni giuste, come una pianta di geranio. (…) Per tutto l’inverno, dunque, cercò queste condizioni a Parigi. Quando, in un primo momento, non accadde nulla, Carol diede la colpa al clima. Era spesso convinta che si sarebbe perdutamente innamorata di Howard se solo avesse smesso di piovere. Attese, imperterrita, tempi migliori”.
Il fatto è questo: l'idealismo non fa bene. E il fatto è semplice. Voglio dire, una di quelle cose chiare che però non puoi spiegare. Ci provi e non riesci. Il fatto che non si può spiegare è la differenza tra "vivere di idee" (ho scritto "vivere"!) o perdersi dietro ad esse. Sì bisogna inseguire i propri sogni. Sì bisogna arrivare fino alla fine di tutto quello che desideriamo. Ma quale è la fine? Quale la linea al di là della quale l'idea è idealismo? Come una piccola malattia della nostra inettitudine, del nostro non voler concludere concretizzare, non voler crescere non volerci misurare con la concretezza sporca di quello che siamo davvero fuori da quella bella bolla vuota. A un certo punto la canzone dice "tanto io capisco soltanto il tatto delle tue mani".
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Fotografie del 14/07/2009
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