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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 30/07/2009
AVVERTIMENTO Wislawa Szymborska
Non portate nel cosmo i burloni, non ve lo consiglio.
Quattordici pianeti morti, qualche cometa, due stelle, e già durante il viaggio per la terza i burloni cambieranno umore.
Il cosmo è quel che è, ossia perfetto. E i burloni non glielo perdoneranno mai.
Nulla li rallegrerà: non il tempo-giacché troppo eterno non la bellezza-giacché senza pecche, non la gravità-giacché non si lascia volgere in scherzo
Tutti saranno ammirati, loro sbadiglieranno.
Sulla rotta per la quarta stella sarà peggio ancora. Sorrisi acidi, disturbi del sonno e dell’equilibrio, discorsi stupidi: che il corvo col formaggio nel becco, che le mosche sul ritratto di sua maestà o la scimmia nel bagno -be’, si, quello era vivere.
Limitati. Preferiscono il giovedì all’infinito.
Primitivi. Preferiscono una nota stonata alla musica delle sfere Stanno benissimo nelle fessure tra teoria e pratica, causa ed effetto, ma qui non è la Terra e tutto combacia.
Sul trentesimo pianeta (in quanto desolazione ineccepibile) rifiuteranno perfino di uscire dalle cabine, vuoi per un mal di testa, vuoi per un dito che duole.
Che imbarazzo e che vergogna Tutti quei soldi buttati nel cosmo
** Frequento da qualche giorno una casa. Lì c'è un gatto. Anche a casa mia c'è un gatto. Questo è enorme, bianco, le zampe spuntano appena un poco dalla grossa stazza del tronco (si dirà così?). Mi guarda, mi odora: familiarizziamo. Poi mi morde. Piano ma è un piano che marca un fastidio. Mi morde una o due volte di seguito finché non viene rinchiuso da qualche parte. Chissà cosa pensa in quell'altra stanza: mi stavo così divertendo con quelle caviglie e invece ecco che mi tocca rimanermene chiuso qua dentro.
** C'è un ristorante abbastanza mitico appena dietro casa mia. Già dal nome emblematico. Ieri sera ci sono andato a cena. Del nome (mitico, appunto), del vecchio titolare solo l'ombra incerta e vecchia su un tavolino di servizio. Chi entra lo riverisce, i figli lo venerano. Lui fa solo i conti, riceve i soldi. Per il resto del tempo guarda ieratico il vuoto. Neanche i clienti fissa. Sorride a malapena. La moglie esce di tanto in tanto dalla cucina dove immagino darà una mano. Si siede aaccanto a lui e anche lei fissa un punto non precisato. Dopo un po' arriva la figlia e gli passa un cucchiaino di mousse al cioccolato. Lui lo lecca e senza dire una parola lo passa alla moglie con la mousse rimasta e lei invece (ma sempre senza dire parola) lo lecca più e più volte. Nel fare questo semplice gesto non si sono guardati negli occhi neppure una volta. Neppure una.
Fotografie del 30/07/2009
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