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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 04/05/2010
Di Anna vedova non viene facile dire
Di Anna vedova non viene facile dire. Il fatto è che – e già l’ho detto – una donna senza figli a cui muore il marito rimane con un dolore corto. O almeno è opinione diffusa che un dispiacere in solitaria non debba avere la stessa vibrante attenzione che merita un male spartito con altri, figli piccoli o adolescenti. E così, a esequie avvenute, a qualche mese di attenzione di amici e parenti suoi, amici e parenti di lui, Anna è rimasta lì, in un angolo un po’ sfortunato. In un cono di ombra infelice e sconsolato. E stiamo ancora parlando della percezione altrui.
Anna ha fatto pace con il suo passato. E’ come se si fosse detta “ho avuto questo dalla vita” e fa un elenco:
un uomo che mi ha amato per anni
un uomo che ho amato per anni
dei viaggi in moto, in tenda
litigare e (soprattutto) fare pace
delle ore in cui ho fatto l’amore
un silenzio lungo ore o il sonno subito dopo
un cane già vecchio da portare per qualche anno a fare la pipì a turno
una macchina a cui pagare l’assicurazione facendo a chi si ricorda prima
uno specchio grande davanti al quale vedersi in due
due, la mia e la sua, cerimonie di laurea fatte da grandi e quindi senza tutte quelle bramosie e aspettative giovanili
estati da pianificare
feste da santificare e (soprattutto) da spartire con equanimità tra le famiglie
andare e (soprattutto) tornare dai grandi magazzini
la spesa fatta insieme alla domenica
la lista che l’anticipa
le discussioni sulla lista medesima
tanti oggetti brutti (secondo me) per scelta di lui a cui ora non rinuncerei per nulla al mondo
libri (di lui) che non ho letto, che mai avrei letto e che ora sto leggendo
libri miei (che lui mai avrebbe letto) e che ora leggo a brani, ad alta voce come se lui potesse sentirmi
apparecchiare per due
mangiare anche se non ho fame per fargli piacere
strofinare col sapone i colletti delle camicie (magari facendo un po’ di storie)
lavare la biancheria intima sua o la mia pensando a quando erano indosso.
E ora che ci ripensa le sembra davvero molto.

Forse è l'unico libro dell'autore in questione che manca nella mia biblioteca personale e forse è perché l'ho avuto da prestito bibliotecario e l'ho letto così. Quindi l'ho letto ma non ce l'ho. Ma siccome trattasi di cosa di almeno 15 anni fa l'ho comprato per rileggerlo. Il libro di cui si dice è di Bruce Chatwin e s'intitola Che ci faccio qui? Un titolo profetico o fatico. Adatto al viaggio. E in viaggio lo porto. C'è una storia illuminante dentro. Maria Reiche: l'enigma della Pampa. Cito i brani che mi hanno illuminato e al tempo dirò perché.
Brano 1: "Wittfogel sosteneva che, dovunque vi fosse un'agricoltura con sistemi d'irrigazione su vasta scala, si sarebbero trovate schiere di schiavi con relativi sorveglianti. Si sarebbe riscontrata inoltre un'esplosione demogafica e, con essa, l'affermarsi di uno Stato centralizzato, con dittatori militari e guerre oltre i confini, dettate dalla volontà di assicurarsi manodopera a basso costo o gratuita e di ottenere la pace in patria seminando il caos all'estero. Quegli antichissimi Stati ebbero i primi informatori prezzolati e adottarono metodi polizieschi, l'assassinio sistematico dei rivali e una spietata disuguaglianza, con una ricchezza accumulata nelle mani di pochi mentre la sorte delle masse era un'atroce indigenza".
Brano 2: "Forse ha maggiore importanza un dato che tutti gli Stati, antichi e meno antichi, hanno in comune: per raggiungere l'unità scelgono un fulcro simbolico e rituale - che quasi invariabilmente ha sottintesi religiosi - facendo appello all'ordine inflessibile del Cielo per sanzionare l'autorità sulla Terra. (...) I megaliti di Stonehenge, il Tempio del Cielo a Pechino, la Piazza Rossa, San Pietro, la Ka'ba alla Mecca, la Versailles del re Sole o la Grande Piramide (...)"
Fotografie del 04/05/2010
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