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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 31/05/2005
Leggo:
Kamasutra in Smart dimostra che non bisogna credere alle apparenze: lo stesso Carvelli in un’intervista definisce il titolo del racconto “un cavallo di troia”. E’ davvero così, quel titolo serve solo (spudoratamente) a fare acquistare il libro. Ma in questo modo, ci domandiamo, non rischia forse di perdere quei lettori -un po’ meno “da gadget”- che i libri li leggono anche e che potrebbero passare, in sua compagnia, un’ora di piacevole lettura?
Se devo dire la mia. Il titolo (per quanto accattivante...o presunto tale) è quanto mai appropriato. Il discorso sull'amore (kamasutra) dichiarato è quello che si conviene all'interno (che è appunto una breve educazione sentimentale) per quanto il cote trattatistico sia evaporato in una scrittura-storia, in un racconto. ...in smart...vuol dire che è un discorso che avviene nella ristrettezza dell'angustia... che è una macchina salvaspazio, che è una storia fugace, che è un vedersi nel breve del corpo (che poi breve nonostante noi non è)...che è - in definitiva - una metafora. Cavalloditroia per me non voleva dire "ingannare il possibile acquirente" (vendergli quello che non c'è) anche se poi magari è avvenuto e come scrive la giornalista può essere stato un deterrente alla lettura pura di un amante di letteratura come per un curioso delle posizioni... Non posso sapere chi acquisterà, sfoglierà distrattamente, chi regalerà... Posso solo onestamente propormi di avere delle cose da raccontare e/o da dire in una forma che mi diverta e mi dia l'impressione - l'impressione - di aver messo insieme qualcosa di cui non pentirmi. KIS insegna che non bisogna credere alle apparenze sì... che la variantistica del coito non è ipso facto iltitolo di un'opera più complessa di educazione all'amore... e che la smart è un oltre, l'oltre dell'oggetto....e qui ci vorrebbe Munari, Dorfles, Barhes...
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Kamasutra in Smart Kamasutra in Smart Roberto Carvelli
 Romanzo, Italia 2005 63 pp. Prezzo di copertina € 5 Editore: Coniglio Editore, 2005 ISBN 88-88833-33-1
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Coniglio Editore
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Una normale giornata di traffico romano ed il protagonista viene tamponato da Luna, scattante ventenne smart-munita con il vizio di frenare di botto e fare retromarcia senza guardare.
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Kamasutra in Smart: Due cuori e una city-car
Sono nella mia intima essenza uno sfigato, un imbecille, un poveraccio. Nella mia zona di essenziale e zenitale centratura sono un coglione. Autentico. Dico questo in un’epoca di necessari bilanci. Quella del mio quarantacinquesimo anno in cui, per una specie di vortice del tempo, mi accorgo all’improvviso e per intero della mia età. Sono un coglione. Ho quarant’anni passati e forse ho passato più della metà della mia vita a non fare nulla. Oggi ho quarantacinque anni, una casa di imbarazzante cubatura e di invereconda mancanza di personalità.
A prima vista più che un libro, il racconto di Roberto Carvelli sembra un gadget natalizio da regalare agli amici smart-muniti: titolo ammiccante, promessa di una sessantina di pagine leggere, divertenti. Superficiali probabilmente, anche dal punto di vista sessuale. Quante posizioni si possono arrivare ad immaginare dentro una smart? Poche, ovvio. E sono infatti poche quelle che l’autore dipinge nei suoi incontri con Luna. Incontri che si consumano rigorosamente in Smart, senza preliminari, senza cena prima o cinema dopo, in fin dei conti senza mettersi in gioco più di tanto. O forse no?
La superficialità preconcetta, che viene facile di primo acchito, si perde dopo poche pagine, quando lo stile asciutto di Carvelli e la sua spietata lucidità nel guardare la generazione a cui appartiene, se stesso forse, comincia a toccare qui tasti che sono la sostanza della vita. Le relazioni, l’amore, il lavoro, la realizzazione o il fallimento, i bilanci di un single di quarantacinque anni, il sesso vengono impressi sulle pagine come scatti di una polaroid sui tempi che corrono. Senza fronzoli, senza falsi pudori, senza prendersi in giro per non accorgersi del disincanto con il quale si vive. “Incontrarci e separararci è la sola traccia che lasciamo del nostro passaggio nel vuoto” scriveva Stefano Benni in Baol e qualcosa di simile lo dice anche il protagonista del racconto. Un racconto dove ci sono soltanto loro tre: lui e lei, con i loro venticinque anni di differenza, e la Smart, con le informazioni del depliant pubblicitario a mo’ di citazioni letterarie a inizio capitolo che sanno tanto di istruzioni per la vita moderna. “ A volte è necessario cambiare tutto perché niente cambi. Per questo alla Smart è naturale mettere in discussione i risultati acquisiti e proporre sempre soluzioni innovative. (Depliant Smart Fortwo coupé & Smart Fortwo cabrio 2004).
Kamasutra in Smart dimostra che non bisogna credere alle apparenze: lo stesso Carvelli in un’intervista definisce il titolo del racconto “un cavallo di troia”. E’ davvero così, quel titolo serve solo (spudoratamente) a fare acquistare il libro. Ma in questo modo, ci domandiamo, non rischia forse di perdere quei lettori -un po’ meno “da gadget”- che i libri li leggono anche e che potrebbero passare, in sua compagnia, un’ora di piacevole lettura?
Simonetta Degasperi (28-05-2005)
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Vota il libro!
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   Che molti palazzi sono vuoti. Abbandonati. Decaduti. Che altri lo sono anche di più ma in basso c'è una luce accesa che li salva dagli spiriti. Che la pizza ha un altro sapore e nello strutto frigge la milza. Che il mattonato della Vucciria non sarà mai asciutto e che la notte continua a bruciare la carne. Che il mare ha un pratone davanti e che le magnolie sono più grandi di tutte le magnolie che puoi sperare di aver visto nella tua vita. Che una porta - per quanto antica e imponente - è un urinatoio. Che se non ci sono soldi c'è genio. Che una chiesa può avere uan forma tutta sua. Che la partannina è una gazzosa. Che il tempo non cancella l'amicizia, che il tempo la rinsalda o ne mantiene degli spicchi. Che la vita è a colori - i sogni sono in bianco e nero. Che non sempre i colori sono quelli giusti. Che si può essere ricchi senza avere soldi e avere soldi senza maneggiarli, esibirli. E che i soldi vanno consumati. In fretta. Fin che ci sono.
Fotografie del 31/05/2005
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