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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 17/03/2010
Mesi fa, anni fa (perdo la cognizione del tempo), una amica mi ha parlato di questo blog e io ne ho parlato qui. Poi è passato quel tempo che non sappiamo quantificare e quel blog di Vivi è chiuso e finisce con questo post che mi piace regalarvi.
Come mi sono ripromessa da molto tempo, voglio dedicare l'ultimo post a spiegare l'origine del titolo di questo blog. You still have the waves in your eyes.
Era il 2 Marzo dell'anno scorso. Erano passate due settimane da quando ero arrivata a Trinidad. Avevo appena cominciato in ufficio, avevo conosciuto i miei coinquilini, Camilla mi guidava un po' nelle piccole cose quotidiane, come scegliere l'operatore telefonico e evitare le strade nella parte est della citta'. Avevo arredato la mia stanza. Non avevo ancora visto il mare.
Domenica 2 Marzo sono andata al mare per la prima volta, a Maracas beach. Con Abinta, Camilla, un'amica di Camilla (che poi avrebbe fatto il corso di diritti umani con me in Costa Rica qualche mese dopo). E Mister K, che vedevo per la prima volta. Io e lui eravamo in macchina da soli, abbiamo chiacchierato e simpatizzato. Ero a bocca aperta per la bellezza della strada che attraversava tutta la Northern Range. Ho fatto il bagno nell'oceano, spingendomi troppo lontano. Ho mangiato il bake and shark. Io e K abbiamo fatto una lunga passeggiata, fino alla fine della spiaggia, oltre i pescatori. Al ritorno sono andata con Camilla nella sua rastamobile. E' stato un giorno fondamentale, uno di quelli che restano impressi nella memoria. Molte cose nuove. Molti inizi di cose importanti, vissuti senza rendersene conto. Il mio battesimo a Trinidad.
Quando sono tornata a casa ero felice, avevo le guance scottate dal sole. Finalmente avevo visto il mio tanto amato mare. Mas mi ha vista salire le scale saltellando, ha sorriso e mi ha chiesto. Dove sei stata, Vivi? Io ho risposto raggiante. At the beach! E lui, schermandosi gli occhi dal sole del tramonto, con un impeto poetico senza precedenti, mi ha detto tutto di un fiato.
You still have the waves in your eyes.
Hai ancora le onde negli occhi.
Ora Vivi ha cambiato blog e paese e la trovate qui http://humanitariancircus.blogspot.com/
ma vale la pena cercarla ancora lì, dove non è più ma ci sono ancora le sue onde http://stillwavesinyoureyes.blogspot.com/
E' una questione numerica, in definitiva. Penso. Magari non semplice ma, in definitiva, solo una questione di numeri. Ieri ho perso un guanto. I guanti, si sa, sono due. Come gli orecchini che però - la New Wave insegna - possono essere indossati pure singolarmente. Come le scarpe che invece è difficile che non siano due. I calzini. Tutte cose che vanno in coppia. Anche se è vero che esiste un guanto da lavoro singolo. Ma io ho perso un guanto da freddo (si può dire guanto da freddo? Forse no. Ma io ho perso un guanto da freddo: e questa è una questione lessicale, concedetemelo). Non come i pantaloni che sono uno. Come era bella mia madre quando mi diceva "ti ho stirato il pantalone". Nella sua infinita semplicità aveva risolto ogni contraddittorio scegliendo nel vocabolario la versione mono. Ieri sera, passeggiando attorno ai palazzi del nostro quartiere, io e S. e il suo cane R., io ho perso un guanto. Ora ne dovrei avere uno e invece lo ha S. che ha promesso di rifare lo stesso giro oggi con R. per ritrovare il secondo. Forse glielo darà da annusare e lo troverà lui, R. - oddio sto prendendo una deriva eccessivamente fantastica. Forse il secondo guanto non si troverà e a S. o a me rimarrà un solo guanto. Ma un solo guanto non funziona. Un guanto da solo non dura. Oggi penso a tutte le cose o le persone che dovrebbero essere due e invece sono uno. E non basta.
Due citazioni da due libri e due autori che amo. Non casualmente sono rispettivamente una lettura notturna e insonne e una diurna e assonnolita. Dal Viaggio al termine della notte, la prima e da Le lettere, la seconda.
Mentire scopare morire. Avevano appena proibito di tentare qualcos'altro. Si mentiva con rabbia al di là dell'immaginabile, molto al di là del ridicolo e dell'assurdo (...) Così erano messi tutti. Si faceva a chi mentiva molto più degli altri. Presto non ci fu più verità in città. LOUIS FERDINAND CELINE
Fuggi da ogni grandezza: la vita nostra in una povera casa può andare oltre quella dei re e degli amici dei re. (...) la roba che non ci si adatta è come il calzare del proverbio che troppo largo ci inciampa e troppo stretto ci piaga. ORAZIO
Fotografie del 17/03/2010
Di Carvelli (pubblicato @ 08:36:47, vista 1622 volte)
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