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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 23/01/2004
Mentre si assottigliano le speranze di andarlo a vedere con qualcuno (continuo a ricevere telefonate-recensione) credo che per me si avvicini il tempo di THE MOTHER e temo sarà il finesettimana. Ora mi sento di affermare che lo spettacolo prescelto adatto è quello delle 16,30: garantite centinaia di cappellini di lana. Contestualmente e a giustizia della grazia del titolo (a sua volta ingraziosito da moi) suggeritami da una delle recensioni di cui sopra passa ad una breve elencazione delle stesse:
“Insipido… una stronzata… non mi ha detto nulla” (mio fratello, uno di poche parole)
“Un vociare continuo, una delusione, un film per vecchie represse…” (D. anche per lei due parole sono troppe)
“Una tristezza, vedevi tutte queste donne anziane con una malinconia dell’uccello che ti veniva una pena… il film nel complesso è brutto” (S. sempre troppo attenta al pubblico come la sua odiata Amelie)
…ora tocca a me... senza piastrine e plasma today...
Come si dirà di un triciclo a quattro ruote o a sei? Ormai sembra chiara la coazione alla sconfitta. Non voglio essere eccessivamente grave ma credo che ormai i giochi siano fatti. Staremo a vedere. Probabilmente (mi riferisco ad un precedente post) l’appalto è tratto, imbellito dalla dieta e lucente d’occhi l’eroe è tornato. La sua assenza non ha offerto il destro a nessuna salda decisione, a nessuna presa di coscienza, a nessuna compattezza, a nessun ‘insieme per un unico scopo’. Sono parole di militanza che stonano in eserciti avulsi. Armi diverse, generali diversi, divise diverse. Si giocherà come da ragazzini “tutti contro tutti”. Di qua. Di là: (almeno sembra) ancora “tutti per uno e uno per tutti.”
Recentemente intervistato da TTL de La Stampa, a proposito de “I ventitré giorni della città di Alba pubblicato da Fenoglio nel 1952 Giampaolo Dossena ha detto: “Un capolavoro assoluto. Non è un racconto, una novella, una fiction: è un frammento di uno storico greco e in questo senso Alba è la più grande città della letteratura italiana del Novecento. Un capolavoro creato in un angolo della provincia italiana…” Cerco invano nei miei pezzi di libreria della casa sfaccendata l’amato Una questione privata e concludo che è troppo tardi per ripensare ai libri prestati. Sono lacrime di coccodrillo e premesse che non rispetto. O forse è solo che sono molto disordinato. Molto?! Un po’. Fenoglio fu uno degli autori più riservate e in disparte della nostra letteratura. Curiosamente è uno dei più ricordati. Sarà per la leggerezza della sua avanguardia e per il peso antico delle sue parole. Classiche appunto. Sta bene con Silvio D’Arzo (“Casa d’altri” è la mia inutile e per nulla originale indicazione di lettura obbligata) con Tozzi, con Delfini e con tutti quegli scrittori su cui il tempo è passato veloce prima e ora non passa più.
Fotografie del 23/01/2004
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